“Il disturbo bipolare, la depressione maniacale, la depressione, il cane nero, in ogni
modo lo si voglia chiamare, è insito nella nostra società. E’ un prodotto dello stress e
nel mio caso del superlavoro” (Adam Ant)
Il D.Bipolare I è un disturbo che può condurre ad una pluralità di esiti decisamente
gravescenti:violenza tra le mura di casa, crisi familiari, separazione coniugale, perdita
del lavoro, comportamenti a rischio, dipendenza da sostanze alcooliche e da droghe.
Se non trattato adeguatamente, detto disturbo può condurre a conseguenze di natura
devastante e ad esiti particolarmente nefasti, fino al suicidio.
A questo proposito,viene stimato che chi soffre di Dist.Bipol.I,ha probalità di ricorrere
al suicidio 15 volte maggiori rispetto alla media della popolazione.
IL DISTURBO BIPOLARE II
Il Disturbo Bipolare II esclude qualsiasi presenza di episodio maniacale, la comparsa
del quale, indirizzerebbe, d’obbligo, ad una diagnosi di Disturbo Bipolare I.
Esso è caratterizzato dall’alternanza,temporalmente variabile, da soggetto a soggetto
, di episodi di depressione maggiore o unipolare e di episodi ipomaniacali.
Essi si devono mantenere per un periodo temporale di almeno due (2) anni, causando
accentuata instabilità umorale.
Se per i criteri per la diagnosi di episodio di depressione maggiore o unipolare, rimane
immutato quanto già esposto in precedenza, per quanto concerne lo stato di
ipomaniacalità, esso è da differenziarsi rispetto alla maniacalità, in ordine ai seguenti
due elementi:
1.Il primo, è data dalla comparsa degli stessi criteri che caratterizzano la maniacalità,
ma non per sette (7) giorni, bensì per quattro (4) giorni: quindi, per un lasso di tempo,
inferiore;
2. Il secondo è costituito dal fatto che la compromissione del funzionamento sociale
lavorativo,è decisamente meno accentuata e marcata che nel D.Bipolare I, essendo
rilevabile un cambiamento eccessivamente alterato, nel funzionamento del soggetto che non è ravvisabile quando il soggetto è asintomatico.
Nel Disturbo bipolare II, l’alterazione dell’umore, pur essendo rilevabile dall’esterno
(E, cioè, da altre persone), non è sufficientemente grave da comportare una marcata
compromissione, del funzionamento sociale o lavorativo, o da richiedere ricoveri in
ospedalizzazione. Non è, d’altra parte, presente, in esso, alcuna manifestazione di
natura psicotica.
L’alternanza tra stati depressivi e stati ipomaniacali varia da soggetto a soggetto; in
Linea generale, si ha un’alternanza che si realizza all’intero di uno spazio temporale
più o meno ampio, nell’ordine, generalmente, di settimane e mesi:
Ma si danno anche casi, nei qual l’alternanza , si realizza in tempi anche rapidi, con
varianza contestuale e passaggio dalla depressione all’ipomania nell’immediato, con
viraggio anche brusco dalla condizione depressiva a quella ipomaniacale.
In questo caso, si ha a che fare con un tipo di bipolarità II, di natura mista.
In termini statistici generali, è stato visto come gli episodi depressivi si presentino
prima e durino più a lungo di quelli ipomaniacali, ma tutto ciò, varia, sempre, da
soggetto a soggetto.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE E COMORBILITA’
Anche per il D.Bipolare.II, occorre svolgere diagnosi differenziale che consenta di
discriminare il D.B II, rispetto ad altri disturbi che presentino caratterizzazioni vicine
allo stesso, in modo tale che si possa evitare una diagnosi errata.
Tali disturbi sono i seguenti:
-Disturbo depressivo maggiore o unipolare;
-Disturbo ciclotimico;
- Disturbi dello spettro della schizofrenia ed altri disturbi psicotici;
-Disturbo di panico od altri disturbi d’ansia;
-Disturbi da uso di sostanze;
-Disturbo da deficit di attenzione/iperattività;
-Disturbi di personalità;
-Altri disturbi bipolari.
Sul piano della comorbilità, il Dist.bipol.II, tende a comparire in presenza dei seguenti
disturbi:
-Disturbi d’ansia (nel 75% dei casi, al Dist.bip.II, si accompagna un disturbo d’ansia);
- Disturbi di sostanze (nel 35% dei casi);
-Disturbi dell’alimentazione, (nel 14% dei casi).
CONSEGUENZE DEL DISTURBO BIPOLARE II
Il substrato temperamentale di instabilità umorale che sembra caratterizzare, in
profondità, il quadro clinico, di un soggetto che presenta il Dist.Bip.II (Perugi et
al.2003) ,tende a fare sì che l’impulsività, non adeguatamente controllata, connotato
principale del disturbo, si estrinsechi in una pluralità di comportamenti, più o meno
nocivi e gravescenti.
Si può assistere, infatti, all’avverarsi di comportamenti, di tipo negativizzante, che
esitano in espressioni ad impronta anti-sociale, (Aggressioni e violenza verso gli altri,
per frustrazione e reattività non controllata), a crisi familari, a disadattamento scolastico e lavorativo, a rottura delle unioni familiari, (Separazioni e divorzi), all’uso costante di sostanze alcooliche e/ o stupefacenti, fino all’instaurazione di vere,poprie dipendenze.
Peraltro, tutto ciò, accade, con maggiore facilità se alla presenza del DIst.Bipol.II, si
affianca la presenza, in comorbilità, di altri tipi di disturbo: disturbi d’ansia, disturbo
del controllo degli impulsi, disturbo della condotta alimentare, disturbi da uso di
da uso di sostanze, disturbo di personalità, disturbo derivato da un’altra condizione
medica.(Perugi et al.,ibidem).
Come per il Dist.Bip.I, anche per il Dist.Bipol.II, l’esito più drammatico, associato al disturbo, è il rischio di suicidio, (Sia solo tentato che compiuto), che risulta avere
un livello di probabilità 15 volte maggiore rispetto alla popolazione generale.
DISTURBO CICLOTIMICO
Il Disturbo ciclotimico è caratterizzato dalla presenza dei seguenti criteri diagnostici:
A.Per un periodo di tempo non inferiore ai 2 anni (nei bambini 1 anno), si è verificata
alternanza tra episodi ipomaniacali ed episodi depressivi, ma tale, che né nel primo
come nel secondo caso, non siano stato mai raggiunti, livelli di manifestazione, tali da
non raggiungere, er un verso, la soglia dell’ipomania,per l’altro,lo stato di depressione
depressione maggiore;
B.Durante questo periodo,l’alternanza deve essersi verificta, per almeno la metà del
tempo, ed il soggetto non deve avere percepito sintomi, per non più di due mesi;
C. Non devono mai essere stati soddisfatti livelli di manifestazione tali da rinviare alla
esistenza di presenza di un episodio depressivo maggiore come pure maniacale o
ipomaniacale;
C.Non vi deve essere nulla che possa trovare una migliore spiegazione nelle seguenti
patologie: disturbo schizoaffettivo, schizofrenia, disturbo schizofreniforme, disturbo
delirante o disturbo dello spettro della schizofrenia ed altri disturbi psicotici con altra
specificazione o senza specificazione;
D. I sintomi non sono riferibili agli effetti causati dall’azione di una sostanza o ad altra
condizione medica;
E. I sintomi devono causare disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento, in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
N.B. Dovrebbe essere specificato se è presente ansia oppure no.
Qualora dopo due anni, il soggetto presenti episodi di depressione maggiore , maniacale o ipomaniacale, la dicitura di “ciclotimia” viene convertita in dicitura di depressione maggiore o disturbo bipolare I ed annessi, abbandonando la diagnosi di disturbo ciclotimico.
Si osserva che il disturbo ciclotimico, dal punto di vista dell’ascendenza genetica,
tende ad essere più comune nei familiari di primo grado di individui con disturbo
bipolare I che nella popolazione generale.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE E COMORBILITA’
Il disturbo ciclotimico deve essere differenziato, tramite una diagnosi differenziale,
da altri tipi di disturbo che presentano caratterizzazioni similari.
Detti disturbi sono i seguenti:
-Disturbo bipolare e disturbi correlati dovuto ad un’altra condizione medica e disturbo
depressivo dovuto ad un’altra condizione medica;
-Disturbo bipolare e disturbi correlati, indotto da sostanze/farmaci nonché disturbo
depressivo indotto da sostanze/farmaci;
-Disturbo bipolare I, e disturbo bipolare II, con cicli rapidi;
-Disturbo borderline di personalità.
In tema di comorbilità, è stato visto (Apa, 2014, pag.164), come i disturbi che possono
accompagnare il disturbo ciclotimico risultino essere i disturbi correlati a sostanze ed
i disturbi del sonno ( Come, ad esempio, la difficoltà a prendere sonno ed a
mantenerlo durante la notte).
E’ stato visto, anche, come i bambini che presentano questo disturbo, abbiano
maggiori probabilità di avere in comorbilità, un disturbo da deficit di attenzione/iperaattività in confronto ad altri pazienti pediatrici presentanti disturbi
mentali. (APA, ibidem)
ALTRE CATEGORIE DEL BIPOLARISMO
Ulteriori espressioni dei disturbi dello spettro bipolare sono identificabili in base alla
alle seguenti categorie diagnostiche:
-Disturbo bipolare e disturbi correlati indotto da sostanze/farmaci= Appartengono a
questa categoria diagnostica, le manifestazioni del bipolarismo,derivate direttamente
dall’assunzione di sostanze oppure dall’esposizione ad un farmaco.Deve risultare, in
modo oggettivo, un rapporto diretto, di causa-effetto, tra l’assunzione di sostanze
ovvero dall’impiego di un farmaco e l’insorgere delle espressioni bipolari;
-Disturbo bipolare e disturbi correlati dovuto ad un’altra condizione medica;
-Disturbo bipolare e disturbi correlati con altra specificazione= Questa categoria
incorpora le manifestazioni di disturbo bipolare e disturbi correlati nelle quali non
trovano soddisfacimento i criteri per alcun disturbo bipolare e disturbi correlati.
Si applica,allora, la dicitura “disturbo bipolare disturbi correlati con una susseguente
specificazione”, seguita dalla ragione specifica che caratterizza il disturbo (Ad es.
, “ciclotimia di breve durata”);
-Disturbo bipolare e disturbi correlati senza specificazione= Detta categoria trova
impiego nei casi c’è un predominio ma non si assiste a soddisfazione piena in ordine
ai criteri che riguardano uno qualsiasi dei disturbi della classe diagnostica del disturbo
bipolare e disturbi correlati.
CONSEGUENZE DEL DISTURBO CICLOTIMICO
Il Disturbo Ciclotimico rispetto ai suoi dirimpettai, Dist.Bip.I e II, presenta effetti e
conseguenze sicuramente meno gravescenti.
Gli episodi depressivi, presenti al suo interno, sono meno accentuati, rispetto agli altri
due tipi di bipolarità, in frequenza, intensità e pervasività; come, pure, presentano un
oggettivo, minor livello di forza e di intensità, gli episodi di euforia e di eccitazione.
Per questa minore forza di riscontri immediati, il Disturbo ciclotimico, tende ad essere di non facile rilevazione e sottostimato, dal soggetto, che può rivolgersi agli specialisti
(psichiatri e psicoterapeuti), anche fino ad otto (8) anni, dopo la sua primitiva ed
effettiva comparsa.
Il pericolo che consegue è che in caso di ritardato accertamento e registrazione, non
solo il suo trattamento risulta essere più difficoltoso e complesso, ma, anche, e,
soprattutto, che il disturbo possa peggiorare, fino a sfociare negli esiti di Dist.bip.I e
II, indubbiamente, di maggiore gravità e gravescenza.
Verifiche svolte evidenziano che ciò si verifica nel 15,20% dei soggetti che presentano
un disturbo ciclotimico.
Le conseguenze negative della ciclotimia, sono plurime: stile di vita irregolare e
caotico, conflitti più che frequenti in famiglia, cambi frequenti nella professione e nel
lavoro, mutamenti rapidi negli interessi e negli obiettivi, rapporti interpersonali
instabili e conflittuali, rottura delle unioni coniugali (separazioni e/o divorzi).
TRATTAMENTO DEI DISTURBI DELLO SPETTRO BIPOLARE
Il trattamento dei disturbi dello spettro bipolare si incentra sull’apporto congiunto di
farmacoterapia e psicoterapia.
Per quanto concerne i farmaci,quelli più indicati risultano essere i seguenti:”in primis”, il carbonato di litio, ma, anche, o separatamente o congiuntamente, al carbonato di litio, l’acido valproico e la carbamapezina.
Vengono anche utilizzati (Nel caso di certa gravità degli episodi depressivi), anche
farmaci antidepressivi, quali ,preferibilmente gli S.S.R.I: fluoxetina (Prozac), sertralina
(Zoloft), paroxetina (Seroxat), fluvoxamina (Favarin, Maveral), ed il citalopram
(Seropramm, Elopram).
Ovvero, nel caso, di aumento della gravità degli episodi ipomaniacali o maniacali,
trovano impiego benzodiapine, quali, il diapezam (Valium), l’alprazolam (Xanax), il clonazepam (Rivotril) ed il lorazepam (Tavor).
Un ‘ulteriore utilizzazione di categorie di farmaci riguarda i farmaci antipsicotici o
neurolettici; anch’essi trovano impiego nelle fasi di maggiore intensità ipomaniacale
e maniacale,quando accompagnate dalla presenza di veri propri stati psicotici (deliri
ed allucinazioni).
Si fa riferimento al risperidone (Risperdal),clozapina (Leponex),l’olanzapina (Zyprexa)e la quietiapina (Seroqual).
In ordine al trattamento psicoterapeutico, si rileva come esso integri e completi il
trattamento farmacologico che, da solo, è stato visto non essere sufficiente al
superamento dei disturbi dello spettro bipolare.
Le psicoterapie che ricevono maggiore consenso, sono le seguenti
-Psicoterapia cognitivo-comportamentale;
-Sedute di psicoeducazione;
-Psicoterapia familiare;
- Psicoterapia espressiva-interpersonale;
-Psicoterapia post-razionalista di V.Guidano (1988,1992);
- Psicoterapia ad orientamento dinamico.
La storia del disturbo bipolare evidenzia un folto stuolo di personalità di grande
spicco, appartenenti ai campi più svariati dell’agire umano, che hanno sofferto di
bipolarità.
Nel campo letterario e filosofico, sono da ricordare Goethe, Honorè de Balzac, Charles
Dickens, Lord Byron, Budelaire, Tolstoi, Edgar Alon Poe, Emily Dickinson, Nietzsche,
Herman Hesse, Hemingway, Silvia Plath, Virginia Wolff.
Nell’ambito dell’arte, sono da citare Caravaggio, Michelangelo, Vincent Van Gogh,
Paul Gauguin, Antonio Ligabue, Edward Munch.
Nel campo musicale, si ricordano Handel, Mozart, Beethoven, Rossini, Gaetano
Doninzetti, Schuman, Gustav Mahler, Tsaikowsky.
Nel campo dell’attività politica, risalta il nome di Abram Lincoln, del presidente
americano Roosevelt, del grande statista inglese Winton Churchill.
Diversi personaggi famosi, contemporanei è stato accertato che soffrano di disturbi
dello spettro bipolare: Marianne Carey, Caterina Zeta Jones, l’attore belga Van
Damme, l’attore statunitense Ben Stiller ed il regista Francis Ford Coppola.
Tra i grandi attori e tra i grandi uomini della cultura che ci hanno lasciato, sono da
ricordare Vivian Leight (L’attrice protagonista di “Via col vento”), Vittorio Gasman, Francesco Cossiga, (Presidente della repubblica italiana), Indro Montanelli e l’attore americano Robin Williams.
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